venerdì 29 maggio 2009

Pennelli (ripubblicata)

E forse avrei dovuto scegliere il vestito migliore per il nostro appuntamento casuale. Avrei dovuto preparare un discorso serio. Un paio di parole adatte ai tuoi capelli biondi. Ma mi sono cascate giù quelle poche parole strane e un po' stiracchiate, ma quando ti ho vista, non ce l'ho fatta.
“Scusami, lo so che sembra un po' strano, lo so che non è il modo più adatto per conoscere una persona, ma ti ho vista e volevo parlarti, ho sentito la possibilità di parlare con te e di dire cose intelligenti, cose che non con tutti posso dire. Non volevo perdere questa occasione.”
silenzio. “ non mi rispondi, va bene, cosa ne pensi della possibilità di scappare dall'altra parte del mondo? Dei colori troppo simili alla realtà? Della morte? Non sei di molte parole tu, però lo so che magari un'altra volta avrai molta più voglia di parlare con me.”
prese un foglio e disse: “questo è il mio numero”. Scrisse ed uscì dal negozio. Lei rimase ancora in silenzio. Finì di fumare la sigaretta e lo rincorse. Lo fermò e lo baciò. E disse: “nessuno mai aveva capito il mio sguardo e mi aveva parlato facendomi sentire intelligente, senza avere nemmeno una mia risposta. Nessuno mai aveva osato come te. Io penso che si pensi troppo poco alla morte. Dovrebbero averla tutti fissa in testa, per riuscire a legarsi di più agli attimi di vita che trascorrono”.
Lo prese per mano e lo ricondusse nel suo negozio di quadri e pennelli. Lei si mise a sedere sulle tele bianche e lo guardò. “io ho sempre paura di morire” disse lui “Per questo sono capace di amarti solo avendo visto i tuoi occhi attenti”

lunedì 25 maggio 2009


Lo spettacolo teatrale con i miei testi:

http://www.facebook.com/event.php?eid=86100333769

venerdì 22 maggio 2009

Odia il prossimo tuo come te stesso

Tutti contro tutti. Odia il prossimo come te stesso. Fermati a non pensare. Tutto ti crolla intorno. Tu rimani pigro ancora un po'. Cambia canale. Non sorridere, non c'è un cazzo da ridere. Qualcuno ti odierà. Rimarrai senza lavoro. Ci sarà qualcuno da odiare e se non lo trovi fattelo suggerire dalla televisione. Prima che tutto il resto veda una tua direazione, rimani fermo. Non pensare. Non sorridere. Scopa, quella è la tua esistenza, il tuo limite e la tua forza. Scopa. E rimani misero, uomo, come sei. Prima che tu decida di prendere una posizione, aspetta ancora un po'. Prima di accettare di voler soffrire per le tue scelte, non scegliere. Usa il progresso, usalo e consumalo. Brucia ogni ricordo del passato e inneggia ad un futuro glorioso che avrai, forse un giorno, magari chissà se qualcuno che hai votato te lo concederà. Quando vorrai fare delle scelte e rispettarle ed essere coerente, uomo, allora troverai qualcuno che sarà disposto a starti vicino a qualunque costo, perchè saprà di non essere mai tradito. Ma tu non ci pensare, scopa ancora un po'. Odia il prossimo tuo come te stesso, non amare mai nessuno. Scopa.

martedì 19 maggio 2009

Ali rotte

Sotto le scarpe il silenzio della neve. Il sole bagna tutto di bianco. La luce è ora e per sempre. Gente che gira per la città con buste piene di ali rotte. Topi che non sanno più dove andare. La violenza della felicità. La calma come unico progresso umano. Alberi di caffè in polvere, alberi di mele seriali. Carrelli pieni di ali rotte. “L'inutilità della puntualità”. Tutti che inseguono l'amore. Canzoni d'amore. Foto d'amore. Poesie d'amore. Programmi televisivi d'amore. Cantanti seriali d'amore. Ali rotte a forma di vestiti. Mi toccherà prendere una bottiglia, riempirla di parole, infiammarla e lanciarla.

venerdì 15 maggio 2009

Ora lo so

Perchè so cos'è un telecomando? Perchè so cos'è un mms? Il progresso è un oggetto? Dov'ero mentre il mondo faceva il giro giro tondo. Forse disegnavo sulle tue dita delle piume, per farti volare lontana. Disegnavo sulle tue braccia i silenzi infranti dalle risa. Dov'ero mentre marciando sulla paura della morte ci hanno divisi tutti. Dov'ero mentre ci facevano a pezzi il futuro e gran parte del passato? Forse curavo le tue ciglia stance, annaffiavo la tua testa per far crescere sogni sani e forti. Forse ti nutrivo per farti rimanere fedele alle tue idee, a qualunque costo. E guardavo i capelli invadere ogni angolo del nostro cuscino. Perchè so cos'è una serie di dribbling? Perchè so cos'è la fluoxetina? Il progresso è solo un oggetto? Raccolgo i tuoi vestiti stropicciati. Raccolgo i tuoi vestiti strappati. Raccolgo i tuoi vestiti profumati. Ora lo so. Seguendo la felicità ci siamo persi. Ora lo so. Il progresso non è un oggetto.

martedì 12 maggio 2009

Vedrai

Quando mi hai detto che avresti voluto avere degli ombrelli al posto delle guance per non bagnare le parole d'amore che mi dedicavi, io ti ho guardata sorridendo. Ti avrei voltuo dire di non truccarti più di nero, che quelle lacrime così scure non le avrei volute più vedere. Di non truccarti di rosso come fanno le madonne, abbandonate e che non ridono mai. Nei cimiteri i nostri ideali di rivoluzione putrefatti. Quando cambieremo tutto questo? Era la sola domanda che riuscivo a farti. Non mi interessa il modo, ma io devo fare qualcosa per far si che i miei figli vivano nel mondo che avrei voluto io. E mi arrivano via mail ricette per realizzare dolci bevande esplosive. Non mi resta che sorridere e asciugarti le lacrime trasparenti. Vedrai che non saremo come gli altri, non cambieremo prima noi del resto. Vedrai.

sabato 9 maggio 2009

Varietà

Senza fermarti un attimo maledirai la libertà e ogni scelta sbagliata che comporta. Mangiando pesce crudo ricamato e imbellettato in cerchietti e tocchetti. Tra vari giochetti, motivetti, ridicoli coretti e uomini perfetti ricorderai ogni tua tradizione e salutando con la mano importerai da lontano altri bisogni. Ogni ricordo sembra vano. Milioni di formiche assaltano ogni cosa. Invadono. Conquistano. Muoiono. Insegnano ai figli come consumare tutto. E ancora invadono, producono consumano e muoiono. Tutto il tempo libero ha preso fuoco. E brucia tra varietà tutti uguali. "Brucia baby burn".

lunedì 4 maggio 2009

Lui

Aveva al polso un orologio che segnava un orario sbagliato. Sul capo un cappello sporco. Tra le mani un foglio di carta piegato, usato, consumato. Per la testa le solite idee. Sulle labbra la solita tristezza. Negli occhi il sole della primavera. Dita secche. Polpastrelli consumati. Ascoltava un tamburo triste, seduto sui suoi talloni. Il vuoto nella testa. Una malattia inventata. Sonno da recuperare. Un tamburo triste da ascoltare ancora. Poche parole da regalare. Difficoltà da superare. Silenzio. La speranza di non rendere mai nessuno triste. La sua incapacità nel farlo. La sua rassegnazione. Ancora un tamburo triste da ascoltare.

sabato 2 maggio 2009

Tavor

Scegliamo sempre le corsie preferenziali. Sorpassando disoccupati a tempo indeterminato. Tra me e quello che voglio fare c'è di mezzo il mare, ci costruirò un ponte molto stretto. Fermi al posto di blocco i vostri sogni concorrenziali. Faremo a gara per avere il nostro nome scritto in alto, su un traliccio di venti metri, così anche le nuvole prima o poi dovranno chiederci il permesso. Guarderemo gli alberi reclusi in prigioni quadrate lungo i bordi delle strade. Avranno l'ora di CO2. Siamo buoni noi. Siamo sempre sorridenti. Complimenti, il tavor ha fatto effetto. Sorridi guarda come sei rilassato.