martedì 31 marzo 2009

Hai sbagliato

Convincimi che hai torto. Spiegami perchè sbagli e perchè non hai ragione. Spiegami perchè avendo un giudizio, ti senti sempre dalla parte del bene. Perchè ti immagino sdraiato su una chitarra, con le stelle e i fiori che ti cadono addosso dal cielo. Hai una esistenza. Hai un cervello, se ci credi hai un'anima e anche un Dio. Se ci credi hai un amore e qualcosa da fare. Se credi a tutto questo, devi avere anche torto. Devi aver sbagliato tutto. E adesso?

venerdì 27 marzo 2009

Matita

Non sono mai riuscito a descrivere la tua pelle. Non ho mai trovato le parole adatte per quel rosa. Ho sempre desiderato farlo. Non sono mai riuscito a descrivere i tuoi occhi, le tue ciglia. Avrei sempre voluto avere te davanti agli occhi, o anche solo una tua foto, nuda, per guardarti, per scorgere la tua timidezza. Avrei voluto prendere una matita e disegnare i contorni delle parole, ma erano così diversi dai contorni del tuo corpo, che non ci sono mai riuscito. E con un dito ti avrei voluto accarezzare per trattenere quella bellezza e liberarla con una penna tra le mani, ma non mi riesce mai, non ne sono capace. E così mi piacerebbe almeno avere un po' della tua pelle, un po' della tua paura negli occhi. La tratterrò, sarà il mio segreto. Saranno le parole che non rivelerò mai a nessuno. Se solo riuscissi a guardarti e a ritrarti degnamente, non morirei ogni volta dal desiderio di vederti, ma non posso farne a meno. Ed ora tu non ci sei, non mi resta che osservarti in una foto, con una matita tra le mani. Stanco ma con la voglia di provare ancora a descrivere te.

mercoledì 25 marzo 2009

Le tue Gocce

Con il silenzio ti ho permesso di agire. Vederti continuare a baciare rospi. E ancora altri rospi. Dimenticandoti di non esser mai stata una principessa, di non aver mai avuto un abito lungo, o scarpe da perdere a mezza notte. In questa terra dove la guerra è silenziosa. Dove quasi sembra di vivere nel progresso. Che non è più di diversi colori tra i quali il verde il rosso e il moderno, ma è tutto grigio. E tagliato in banconote rettangolari. E forse è anche finito da un pezzo. E tu continui a baciare rospi. Io ti guardo e sorrido, perchè lo so che diventerai una principessa, quando inizierai a spargere le tue lacrime sulla terra in cui vivi, per farle...

lunedì 23 marzo 2009

Forma

Abbracciandomi mi discesti che avresti tanto voluto che le parole e i tuoi pensieri avessero la forma delle lacrime, per esser più vicini possibile a quello che senti. Ti misi una mano tra i capelli e poggiai i miei occhi sulle tue lacrime. Poggiai anche il mio respiro sulle tue guancie. E tu mi dicesti che i tuoi pensieri e le tue parole avevano preso la forma del sole. E così, le lettere che colarono dalla tua testa, salirono leggere verso il cielo e si persero nella luce.

giovedì 19 marzo 2009

Mi stringi gli occhi

Ti fermi per guardarmi per via dei miei occhi rossi. Con le occhiaie che mi coprono dalla testa ai piedi. I ponti tra le nostre lingue che attraversano chilometri d'aria. Ti chiamerei di corsa per urlarti che voglio andare ad abbraccaire ogni ragazzo-guerrigliero che si difende dai colpi dei manganelli. Per chiederti di venire con me a recuperare tutti i partigiani rimasti in vita. E tu allora lasci quello che stai facendo per venire a fare l'amore con me. E come sempre, anche questa volta, un po' ti incazzi che i preservativi costano troppo e che dovrebbero essere gratis per tutti, così da non dover spendere poi tanto per le cure. E mentre sei li ferma a guardarmi e tutte queste idee scorrono nella mia testa, ti dico solo che mi piace quando mi abbracci, che mi piace quando mi sorridi e mi regali un libro, che mi piace quando hai la gonna e mi piace anche il colore dei tuoi capelli e anche quello dei tuoi occhi. Mi costringi a rimanere in questa paese, anche se ormai in questo paese non c'è quasi più niente di buono.

martedì 17 marzo 2009

Le tue dita

Ho tra le labbra il sapore delle tue dita. Io non ti ho mai detto niente di vero, perchè non ho mai saputo che posizione prendere. E non so ancora come si fa a sentirsi così sicuri della propria verità, non lo so talmente tanto, che ogni volta che ti guardo mi chiedo, come fai a parlare con tanta sicurezza, non lo sai che non hai ragione? E così tu mi chiedi se puoi ancora accarezzarmi le labbra, dicendomi, che quella che senti sotto le tue dita, per te può essere una verità abbastanza sicura.
Te le lascio toccare, perchè è bello. Perchè forse avrei bisogno delle tue dita sulle mia labbra più spesso, circa ogni volta che vedo le persone dire qualcosa, qualsiasi cosa. Sicure nella loro verità, vanificata, come sempre, dalla loro morte.
E così improvvisamente le sollevi e mi riporti da queste parti, in questa casa, in questo mondo. Mi ricordi che anche se la loro non è una verità, è come la mia, e se io accetto la loro, magari, forse, un giorno, capiranno di avere torto, proprio come me. E mi lasceranno parlare del mio torto, senza dire niente, perchè poi...è così...dico quello che voglio e ho sempre ragione e sempre torto.

venerdì 13 marzo 2009

Pezzi

Che poi alla fine vorrei che mi rimanessero addosso solo i pezzi delle cose più belle, come quando finisco di suonare per te e mi rimangono sulle dita pezzi di chitarra classica, inadatta alla musica punk che ti voglio dedicare, come quando mi rimangono addosso pezzi di lenzuola strappati, inadatti alla nostra voglia di non sentirci soli, come quando mi rimangono addosso pezzi di parole dei miei racconti, scritti su fogli troppo facili da strappare. Vorrei avere solo quello addosso e non coperte di polveri sottili che mi riscaldano troppo, non vorrei sentire pezzi di gas di scarico, tra le mie labbra. Come quando avevo tra le dita dei pezzetti del plettro rotto o dei petali dei fiori che raccogli per strada. Come quando tutto va in pezzi e mettermeli addosso sembra l'unico modo per ricomporre questo mondo, che sembra così contento di apparire frantumato. Che sembra così contendo ti non esserlo.

martedì 10 marzo 2009

Noi_

Non riesco più a trovare lo spazio per respirare, questo mi dicesti quella sera. Il cielo era vuoto e pieno di luci, così stupidi da oscurare le stelle. I tuoi pensieri quella sera erano in grado di far muovere il sangue nelle mie vene. Perchè siamo sempre così infelici noi? Noi chi ti chiesi. Noi che non contiamo mai un cazzo e che se ci siamo o no è uguale. Noi. Perchè non ci siamo ancora arresi a quello che siamo, ma un giorno lo faremo, lo farai anche tu. Un giorno sarai contenta di quello che sei e di quello che sei stata, perchè lo stai scegliendo tu e l'hai scelto tu.

sabato 7 marzo 2009

Così vicino che potrei essere io

Così vicino che non puoi fare altro che respingerlo. È quasi a contatto con la tua pelle, non puoi fare altro che cacciarlo, così diverso...odialo. Così incomprensibile che non merita di esserti vicino. Odialo. Insaccati la tua pettorina gialla e inizia a girare. Ronda gironda, girovaga rondando, con la tua bella pettinatura, ricorda il manganello. E se lo Trovi, picchialo, non deve stare qui, è così diverso che non riesci nemmeno a guardarlo e a capirlo. È così straniero che non provi neanche a parlarci. E se riesci a picchiarlo, non ti fermare mai, uccidilo. Uccidilo. Uccidilo se puoi quel bastardo. E quando hai finito, rimettilo nella tua scatola cranica, quel cazzo di cervello inutile che hai.

giovedì 5 marzo 2009

Dita Sporche

Per dodici ore intere ho guardato i tuoi occhi. Ogni rintocco, uno sguardo, un tuo abbraccio. Ogni sogno, un tuo risveglio. Ti srotoli sulle mie braccia, per farti abbracciare quando unisco le mani. Per farti colare e circolare dentro me, ci siamo tagliati le dita e le abbiamo unite, così che il tuo sangue possa scorrere nel mio corpo. Senza farne colare nemmeno una goccia in questo sporco mondo infetto, lo terremo tutto per noi. Per la nostra rivoluzione che passa dalla fiducia, e dal fare solo ciò in cui crediamo. Per le nostre unghie sporche di smalto, per le nostre scarpe sporche di fango, per le nostre mani sporche di polline, per i tuoi occhi sporchi di me. Per i tuoi desideri, sporchi di pubblicità. Per le nostre scelte sporche di una libertà che ci hanno concesso, venduto o regalato, ma che in realtà non esiste, sino a quando non confonderemo gli altri con la fiducia.

lunedì 2 marzo 2009

Erba Bagnata

Che alla fine non lo so nemmeno come ci sono arrivato qui. Ma cosa conta. Quando ho chiuso gli occhi ho sentito tanti piccoli, infiniti, steli d'erba sotto i piedi. C'era solo prato intorno a me. Niente gas di scarico. Niente strisce pedonali, marciapiedi o semafori. Non c'erano tutti quei piccoli consigli, tutte quelle piccole regole che ti imprigionano e nemmeno te ne accorgi. C'era solo il prato. L'unica gabbia presente in quella distesa orizzontale era la fisica, ma non me resi nemmeno conto. La terra umida, il mio essere in vita, non mi fecero percepire nessun'altra sensazione. Sorrisi e mi concentrai sull'erba bagnata sotto i miei piedi. Feci un piccolo passo, per poter sentire ancora gli steli d'erba non schiacciati e bagnati sulla mia pelle. Era come rincominciare a sentirmi vivo, ogni passo. Ero parte del tutto che mi circondava. Euforico e immobile pensai solo a togliermi quei pochi vestiti che avevo sulla pelle riscaldata dal sole. Dopo poco rimasi nudo, perchè quando si è nudi, si è tutti uguali. Mi sdraiai sull'erba e rimasi così per ore. Ore.