sabato 6 giugno 2009

Prendetene tutti. Questo è il corpo della nostra democrazia.

Male in polvere. Scope invisibili. Milioni di volti dispersi sull'asfalto di questa città, ci guardano dal basso implorando di perdonarli. Prendetene tutti, questo è il corpo della nostra democrazia. Disgrazie personali. Disgrazie concorrenziali. note disperse nei meandri di internet. Persone che ti ignorano. Persone che fanno finta di ignorarti. Male in polvere. Il sesso dei potenti, il sesso dei pezzenti. Non ti posso regalare più nemmeno la povertà, perché non ho più nemmeno quella. Puttane che vogliono avere rispetto. Perizomi come collari vengono trascinati in ville di lusso. Puttane che squittiscono. Giornalisti che ragliano. Le mie disgrazie personali che sovrastano ogni cosa. Le scelte che sembrano sempre sbagliate. L'impossibilità di far convivere il mio modo di vivere con il resto delle persone esistenti. Strategie comunicative per salvare le persone dalla loro stessa stupidità. Dittature evidenti e dittature nascoste. La convenienza. Certo che conviene. Converrà. La banalità dell'amicizia falsa. Il vuoto che ti circonda che alla fine sembra un grande pieno nel quale ti ci trovi anche bene. “Cibo in polvere, che mi fa accettare di essere finito”. Io che ti allontano e quasi quasi non so nemmeno bene perchè. Tu che sei stata sfortunata. I coriandoli fuori posto. Il nulla a cui vado in contro, senza sapere nemmeno perchè lo faccio. I miei testi letti e forse ascoltati. I miei testi inascoltati. Le mie idee reciclate. La mia tristezza che ti fa commuovere, la mia tristezza che ti fa sorridere. La mia tristezza che ti ha fatto anche, forse, applaudire. L'odio per la pubblicità, l'amore per la comunicazione. La speranza che qualcuno parli delle mie idee e che i miei testi non rimangano un raduno di parole. La volontà di cambiare il mondo. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Pasolini. Una chitarrà scordata che non so accordare suonerà ancora una volta “male in polvere”. Tu che non ci sei più. Io che non ci sono più. Ancora male in polvere. Ancora pavimenti fatti di santini, muri fatti di manifesti. Volti. Nomi. Invasioni. Siamo stati conquistati. Prendetene tutti. Questo è il corpo della nostra democrazia.

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