giovedì 22 gennaio 2009

Corpi immobili

Guarderei il tuo corpo nudo. Per vedere la vita che segni ti ha lasciato sulla pelle. Lo guarderei per ore, come se fossi una foto. Eterna, sino a quando non sbiadisce tra le mani. E con le lacrime negli occhi, e il mio cervello deragliato da ogni idea di te. Penserò solo a noi. A come possiamo morire, senza un motivo, come se per morire ci volesse un motivo. A come possiamo sentirci fuori da questo mondo, che non ci è mai servito. A come possiamo sentirci parte di qualcosa che non è mai esistito. Come se tutto quello che provo per te e tutto quello che mi dai, fosse più importante di un fiume che scorre, solo perchè è un po' più vivo. Come se tutto questo contasse davvero, io ti guardo, in quella foto, guardo i segni della tristezza sul tuo viso, ancora giovane, guardo i segni delle mani che hanno toccato quei fianchi, guardo te. Come se avessi ricoperto le tue idee di pelle e le avessi messe in questa foto. Il tuo corpo, più di ogni altra cosa, è l'unica cosa che hai, e che puoi veramente regalare. Come se esistesse altro oltre a quel contenitore pieno di sangue che scorre, dici di amarmi. Come se davvero potessi crederti, mi dici: ti mando un'altra foto, così puoi guardare anche la mia schiena. E ancora una volta, mi regali tutto ciò che hai, attraverso il tuo corpo.

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